mercoledì 21 agosto 2013

Lupi ed editori


ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO SU FACEBOOK IL 21.08.2013

C'è un film di vent'anni fa, Wolf, con Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer, che racconta del quieto e remissivo caporedattore di una casa editrice che viene morso da un lupo mannaro e si riscopre lupescamente aggressivo. I nerd della mia generazione di solito se lo ricordano, se non altro perché a quell'epoca vedere lupi mannari sullo schermo era cosa piuttosto rara.
Ora, a un certo punto del film il protagonista sta parlando col suo capo che gli ha appena annunciato di averlo rimpiazzato con uno stronzetto più giovane e più ambizioso di lui. Al che il protagonista, tranquillo come sempre, risponde: "Per quello che vale, questo è quel che ho imparato in trent'anni di lavoro. Tratta gli autori da esseri umani. Mai lesinare le copie per le recensioni. E mai costringerli a rispettare le scadenze, o ti daranno solo delle brutte copie."
Quando ho visto questo film al cinema avevo 18 anni, non avevo la minima nozione del mondo editoriale e tutto mi aspettavo nella vita meno che di fare lo scrittore.
Oggi, a vent'anni di distanza, ogni tanto mi sorprendo ancora a domandarmi come avesse fatto a capire già tutto quello che c'è da capire, quel vecchio lupo mannaro con la faccia di Jack Nicholson.

venerdì 16 agosto 2013

Le vittime del Mago di Oz


ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO SU FACEBOOK IL 16.08.2013

No, non è un post sul film di Raimi.
Come sappiamo tutti – una delle figosità della nostra epoca è che quasi tutti conoscono dettagli di film o libri famosi anche senza averli mai visti o letti – il Mago di Oz aveva messo occhiali verdi agli abitanti della Città di Smeraldo, affinché credessero che a casa loro tutto fosse fatto di smeraldi.
Da ragazzo avevo un'amica con un'abitudine che ci faceva rotolare tutti dal ridere (in segreto, eravamo ragazzi poco coraggiosi). Quando iniziava a leggere una saga di più libri, o un fumetto, o un telefilm, tempo la fine del primo volume o della prima stagione e aveva già deciso tutte le coppie: il personaggio maschile A doveva mettersi col personaggio femminile B, il C doveva mettersi col D eccetera (e i personaggi dovevano formare quella copia, non c’erano scappatoie). Le sue coppie erano sempre assurdamente incongruenti, e parimenti a lei sembravano perfettamente logiche, le più logiche e sensate che ci potessero essere. Ricordo ad esempio che leggendo Harry Potter sosteneva a spada tratta che Hermione si sarebbe messa con Malfoy. Se poi la saga/fumetto/telefilm non rispettava le sue previsioni – come ovviamente accadeva sempre – la storia era una merda, seguirla era tempo perso e l'autore era un emerito incapace perché non aveva saputo portare i suoi personaggi alla loro logicissima e appropriatissima conclusione.
Da ragazzo pensavo che la mia amica fosse un po' matta (glielo si perdonava, era simpatica e pure carina). Crescendo ho scoperto che non è così. O forse che il suo particolare brand di follia è più diffuso di quanto non avrei mai potuto immaginare.
I compagni di cella imbottita della mia amica sono tra noi. Tutti ne conosciamo almeno uno. Di solito è uno dei lettori/spettatori più attenti tra le nostre frequentazioni. Vede i buchi di trama che nessuno vede. Sa tenerti in castigo due ore con le sue spietate analisi di setting, plot, psicologia dei personaggi ed errori annessi e connessi. Riesce a farti sentire un minorato sia per la sua capacità di penetrazione che per la tranquillità sbarazzina con cui la applica, quasi che non avesse fatto nemmeno sforzo per capire quel che a tutti gli altri è sfuggito. E, immancabilmente, ha idee su "come si sarebbero dovute fare le cose se si voleva farle bene" che nessun altro al mondo potrebbe condividere se non da ubriaco.
In genere ha altre due caratteristiche inevitabili: l'impossibilità assoluta di fargli cambiare idea con qualsivoglia mezzo, e la convinzione che il suo pensiero non sia un'opinione ma l'unica possibile, logica, lampante verità. Quelli che non lo capiscono, ovvero tutti gli altri, sono semplicemente lettori/spettatori meno attenti/intuitivi/preparati di lui (esiste anche la variante che ammette che la sua è solo un'opinione, ma questo non gli impedisce di considerarla un’opinione implicitamente superiore alle altre).
Il nostro amico è un Mago. E si è messo gli occhiali da solo. Lui lo sa che non è possibile che la città non sia fatta di smeraldi.
C'è chi non sopporta queste persone e finisce prima o poi per smettere di frequentarle (una terza loro caratteristica è che sono spesso individui solitari), chi tenta invano di terapizzarle, chi le considera un buon esempio di vampirismo energetico. Io sinceramente me lo tengo comunque, il mio amico so-io-come-si-sarebbero-dovute-fare-le-cose-in-quella-storia, perché il più delle volte riesce – involontariamente – a farmi ridere. E ogni tanto a domandarmi chi sia in effetti, tra me e lui, la vittima del Mago di Oz.