Conferenza dal titolo Un ottagono e una mela d'oro: lo stregone del Ventunesimo secolo tra sciamanesimo urbano e Magia del Caos,
che ho tenuto domenica 19 ottobre 2014 durante la terza edizione di
VaporosaMente, la divertentissima fiera steampunk di Torino. In un'ora e
dieci di chiacchiere quasi ininterrotte (se nessuno mi ferma è così che
va a finire!...) tento di fare il punto sulla stregoneria postmoderna.
venerdì 28 novembre 2014
martedì 18 novembre 2014
Intuizione
ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO SU FACEBOOK IL 18.11.2014
Periodo di riflessioni e valutazioni nella mia
scatola cranica. E' passato da poco Halloween, quindi per me questi sono i
primi giorni dell'anno nuovo: si vagliano tante cose del presente e del passato
e si ragiona su cosa farne. Ora, per una serie di curiose coincidenze, la prima
riflessione che sono riuscito a portare a termine è del tipo che può servire
condividere qui.
Punto di partenza: io detesto e ho sempre detestato
dare pareri sui libri altrui. Più di tutto nel campo del fantastico.
In passato ho fatto per anni valutazione manoscritti
per le case editrici (ora ho smesso), ma quello è un settore diverso: lì si
tratta di piazzare un voto su caratteristiche relativamente facili da stimare
come originalità, vendibilità o pura e semplice conoscenza della lingua
italiana da parte dell'autore. Insomma, non il genere di cose su cui ti
chiedono un parere "perché sei uno scrittore".
Ma di questi ultimi pareri, se sei visto come uno
scrittore (non è implicitamente necessario che tu lo sia davvero), te ne
vengono chiesti, e non pochi. Da amici e conoscenti come da quasi sconosciuti,
da colleghi già pluripubblicati come da autori di manoscritti del cassetto.
E non vogliono pareri da "semplice
lettore" (qualunque cosa questo significhi): vogliono giudizi tecnici,
obiettivi, puntuali, razionalmente inconfutabili. Quei pareri, positivi o
negativi, da cui impari il mestiere e che ti aiutano a migliorare come
scrittore. Quei pareri che solo l'occhio attento di un esperto professionista
della parola scritta può dare.
Io quell'occhio non ce l'ho.
Non me ne vanto e non me ne rammarico: è un semplice
dato di fatto. Non mi sono mai fregiato del titolo di esperto di scrittura e lo
respingo se qualcuno tenta di forzarmelo addosso (c'è pure gente che si è
incazzata per questa mia reazione: prendetela come preferite, se la dovete
prendere in qualche modo). Per questo ho passato anni a tergiversare o a
cercare soluzioni di compromesso quando mi sono trovato in questa situazione,
ossia più spesso di quanto avrei voluto.
Adesso tenterò una via diversa.
Non venite a cercare da me pareri tecnico-scrittori
su alcunché. Cercateli nei blog di scrittura, nei manuali appositi, nei corsi
che insegnano le tecniche più avanzate e sofisticate che si siamo viste sulla
faccia del pianeta. Cercateli dove volete, ma non chiedeteli a me: non sto
facendo il prezioso, è solo che non ho la competenza per darveli.
A me, in tutta onestà, potete chiedere solo due
cose: o un parere che si basi sui miei gusti personali di lettore (che
ovviamente valgono quanto quelli di chiunque altro) oppure, se non sono i miei
gusti a interessarvi, posso darvi un parere basato sulla mia intuizione
artistica.
Se vi sembra presuntuoso da parte mia, siete liberi
di pensarlo. Nessuno è costretto a riconoscermi il possesso di tale intuizione,
o la qualifica di "artista", o entrambe le cose. Queste cose
potrebbero anche non esistered del tutto. Per me restiamo amici come prima.
Per parte mia, io la mia intuizione artistica la uso
spesso, e so per esperienza quali sono i suoi punti di forza e quali i suoi
limiti. Non è misurabile, non è razionalizzabile e non si basa su alcun
parametro che possa essere automaticamente condiviso da tutti, quindi non la
posso "vendere" come si può fare con una valutazione tecnica, né ho mai
avuto la minima intenzione di farlo.
Ma se vi rivolgete a me, e se ho tempo e modo di
fare qualcosa per voi, la mia intuizione artistica è l'unica cosa che io vi
posso offrire.
Sul serio.
martedì 4 novembre 2014
Più nero della notte: vogliatevi bene e accattatevi questo libro
ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO SU FACEBOOK IL 04.11.2014
Uscito finalmente dal coma post-Lucca –
una sola notte di sonno non basta... – posso parlare di una cosa di cui
aspettavo di poter parlare da mesi: da qualche giorno trovate in libreria Più Nero della Notte (Asengard), edizione italiana di Something More Than Night di Ian Tregillis.
Sì, l'ho tradotto io.
No, la casa editrice non mi paga per
fargli pubblicità. Nemmeno con un caffè.
Sapete com'è, per una traduzione ti pagano prima che il libro esca, e che venda o no.
A questo libro faccio pubblicità perché è un bel libro.
Un libro bizzarro, inaspettato,
spiazzante, di quelli che in Italia – vista l'aria che tira – arrivano sempre
più di rado. Di cosa tratta lo potete leggere on line. Che cos'è non è una
domanda altrettanto facile a cui rispondere.
E' un urban fantasy, che parla di angeli
fatti in parte di teologia e in parte di meccanica quantistica, che possono
viaggiare nel tempo e nello spazio attraverso i ricordi umani e che usano le
acquasantiere come posaceneri.
E' un romanzo di fantascienza perché
racconta di una Terra del futuro, un futuro non lontano in cui una guerra ha
riempito i cieli di detriti infuocati e disintegrato l’ecologia planetaria, ma il
cui vero motivo non è mai stato pronunciato da alcuna bocca sulla faccia della
Terra.
E' la storia di un angelo caduto (che non si innamora, tranquilli), che cadendo ha fatto la sua fortuna, e di una donna
mortale che invece ascende al Cielo e scopre che non esiste sfiga peggiore
nell'universo.

E' una meta-storia che ci mostra una
mitologia moderna da una prospettiva completamente nuova, e la trasforma in un
paradigma universale.
Ed è un libro che farà (adorabilmente)
incazzare gli adepti dei manuali di scrittura, perché se ne fotte dello show
don't tell, delle sovrabbondanze, nelle ripetizioni, e annega ogni possibile
protesta in un oceano di concettualismo barocco più denso di una colata lavica
di crème caramel.
Non vi posso garantire che vi piacerà,
nemmeno lontanamente. Ma vi posso garantire che non vi sembrerà uguale a
nient’altro che avete letto.
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