mercoledì 26 ottobre 2011

The Night Circus di Erin Morgenstern



ORIGINARIAMENTE PUBBLICATO SU URBANFANTASY.HORROR.IT IL 26.10.2011
Nota: tre mesi dopo questo articolo è uscita l'edizione italiana del libro, come Erin Morgenstern, Il circo della notte, Rizzoli 2012


In tournée con due maghi e un Circo fatto di sogni

Si può apprezzare un libro in molti modi. Ci sono i libri carini; ci sono i libri molto belli; e ci sono i libri che ti fanno venire brividi anche quando ci ripensi. The Night Circus è un libro che fa venire i brividi.
Non sono imparziale verso questo romanzo, lo dico subito per togliere ogni dubbio. Mi è piaciuto esageratamente, forse anche al di là di quanto avrebbe dovuto (d’altro canto io vorrei che qualunque libro leggo mi piacesse esageratamente, quindi questa per me è una vittoria), e non so bene da dove partire a parlarne. Proviamo dalla trama, che in sé è molto semplice: in principio abbiamo New York, l’anno 1873 e il mago Prospero. Mago in entrambi i sensi della parola, quello del personaggio shakespeariano di cui porta il nome e quello di illusionista da palcoscenico. Un giorno gli viene consegnata – come un pacco – una bambina orfana di madre, il più recente tra i suoi figli illegittimi: si chiama Celia, e in breve dimostra di aver ereditato le doti soprannaturali del padre. E da qui ha inizio tutto.
Tra Prospero e un altro mago, Alexander, esiste una sfida che si protrae da secoli, un complicato gioco nel quale ciascuno schiera un proprio apprendista contro un apprendista dell’altro e rimane ad assistere, senza interferire, al duello di ingegno e magia che si scatena. Prospero ha ora un’apprendista molto potente, una del suo stesso sangue; Alexander raccoglie la sfida adottando un orfano di Londra, il giovane Marco, e allevandolo nello studio dell’arcano. Il teatro scelto per la sfida è un circo, Le Cirque des Rêves, appena nato e diverso da ogni altro al mondo: arriva in città senza che nessuno se ne accorga, e allo stesso modo scompare; apre i battenti solo dal tramonto all’alba; e quel che succede tra le sue tende è talmente incredibile, talmente meraviglioso da dare una sorta di assuefazione, e da generare un’intera subcultura di ‘appassionati’, i rêveurs, che si sforzano di seguirlo nei suoi spostamenti per il mondo. E su questo insolito ring, armati solo di forza di volontà e immaginazione creativa, Celia e Marco si incontrano senza conoscersi, si scontrano, costringono fantasia e realtà a mescolarsi, alterano vite, avverano desideri, distruggono destini e – inutile tenerlo nascosto – si innamorano.
Molte persone che conosco (e ne conoscete anche voi) a questo punto diranno: “Ancora il circo misterioso? Ancora la sfida tra maghi? Ancora la storia d’amore??” Già, ancora. L’ennesima storia di questo tipo. Come la Gioconda è l’ennesima faccia che sorride. Come la Cappella Sistina è l’ennesima carrellata di scene della Bibbia.
A questo punto vorrei poter dire qualcosa di intelligente sul libro, un qualche commento very smart che faccia venir voglia a tutti di leggerlo. Ma non ci riesco. Questo è un romanzo che è inutile tentare di analizzare razionalmente. Tutto quel che sono riuscito a fare io, in mezzo alle sue pagine, è stato mollare qualunque giudizio e lasciarmi intossicare dalla storia.
Perché The Night Circus è meraviglia pura, è oppio per la mente. È un libro che non va letto: va inalato.
Non solo per il magnifico setting vittoriano (sì, anch’io sono uno di quelli che girerebbero sempre col cappello a cilindro); non solo per i personaggi (e ce ne sono tanti, la storia è molto più corale di quanto non emerga dal mio riassuntino); non solo per i complessi piani temporali, che intrecciano presente, futuro e ‘tempo eterno’; non solo per la magia dei protagonisti, che pure riesce a scolpire con il fuoco, a far germogliare il ghiaccio, a chiudere un racconto in una bottiglia, a far navigare vascelli di carta stampata su oceani di inchiostro. Per tutte queste cose insieme e, più di ogni altra, per il Circo stesso. Un intero universo bianco e nero – gli unici due colori permessi al suo interno, sulle cose come sulle persone – dove ogni minimo dettaglio è una sfida all’immaginazione e il tempo è scandito da un gigantesco orologio in perenne metamorfosi. Che, beffa estrema, non è opera di magia ma di puro ingegno umano.
In mezzo a tutto questo, non pensiate che The Night Circus sia un fiaba per bambini fatta di zucchero filato. Una fiaba lo è senz’altro, e intenzionalmente, ma non potrebbe essere meno infantile di così. Sullo sfondo non cessano mai di aleggiare le ombre immense, tenebrose dei due padroni di Celia e Marco, e gli stessi protagonisti non attraversano la storia con mani immacolate. È un libro che parla di amori adulti, di tradimenti adulti, della responsabilità di usare ai propri fini le vite degli altri, e del dover affrontare – e sconfiggere – un destino che non sempre ci si è scelti da soli.
Concludo, come sempre, con qualche dato tecnico. L’autrice, Erin Morgenstern, è un’esordiente (e io stento a crederci, tanto è matura questa sua prima opera), fa l’illustratrice e vive a Salem, dove evidentemente l’aria è ancora intrisa di stregoneria. Il romanzo, uscito quest’anno, è pubblicato nell’edizione americana da Doubleday e in quella britannica da Harvill Secker. I diritti cinematografici sono stati acquistati ancor prima che il libro andasse in stampa, ma, come ha saggiamente commentato Francesco Dimitri parlandone con me, è impossibile fare di questo libro un film. O meglio, è perfettamente possibile, ma la sua potenza narrativa, la sua meraviglia oppiacea e ipnotizzante sono intrasferibili fuori da una pagina scritta. The Night Circus è un romanzo nel senso più completo del termine. E di romanzi come questo, oggi, c’è più bisogno che mai.